Peccato però che la piena inclusione non sia ancora del tutto garantita. A ricordarlo, infatti, è stata anche la Fondazione Serono che attraverso un sintetico report della Fondazione Agnelli ha ribadito le difficoltà degli alunni disabili con la didattica a distanza.
Secondo un sondaggio promosso dalla Fondazione Agnelli, l’Università di Bolzano, l’Università Lumsa e l’Università Trento, e compilato nell’arco di dieci giorni da 3.170 persone (tra docenti e insegnanti di sostegno), in questo periodo di quarantena, lontano dalle classi, è stato lasciato indietro uno studente disabile su quattro. A questa perdita importante, pari al 25% degli studenti disabili, c’è da aggiungere il fatto che il 10% dei Piani Educativi Individualizzati non è possibile attraverso la didattica a distanza.
Perciò, i punti espressi dal report, sono i seguenti (citiamo):
- Il 44% dei casi riportati indicano che gli studenti con disabilità sono ben integrati nella didattica online e che per il 19% sono stati attivati percorsi individualizzati
- Solo il 14% dei docenti dichiara un’esperienza passata nei programmi di studio a distanza.
- Il 50,3% dei docenti dice di essere a conoscenza delle difficoltà che stanno affondando le famiglie nella gestione tecnica della didattica a distanza. Manca la materia prima, computer e connessioni, e c’è anche uno svantaggio socio-culturale in alcuni contesti oltre a quello della lingua per le famiglie di origine non Italiana.
- Solo il 26,9% dei docenti ha dichiarato che sono stati messi a disposizione materiali didattici per gli alunni con disabilità. Il resto dei docenti si deve adattare e quando si tratta di insegnati di sostegno sono loro a prendersi in carico l’adattamento (92%).
- Il 61,7% degli intervistati ha sottolineato che ci sono peggioramenti per quanto riguarda l’apprendimento, l’autonomia e/o la comunicazione degli alunni con disabilità.
Noi di #Vorreiprendereiltreno ONLUS crediamo sia giusto esprimere sollievo per un re-inserimento dei ragazzi con disabilità a scuola il più idoneo possibile. È necessario, comunque, rimanere con i piedi per terra indicando quanto il sistema scolastico abbia ancora molto da lavorare per definirsi realmente inclusivo.